lunedì 5 novembre 2012

Renzi perché?


Caro Cittadino,
Caro Elettore,
Caro Democratico,

Ho deciso di scrivere quest’articolo per spiegare il perché della mia posizione con un’ampia riflessione politica.

Innanzitutto ci tengo a sottolineare che non sono contro qualcuno, ma a sostegno di un’idea di Paese, di Regione, di Città e di Partito.

 Perché Renzi?

Perché non amo le favole, ma desidero serietà e concretezza.
Credo che il mio Partito non debba essere sempre alla ricerca del consenso, ma debba sapere dire anche cose scomode.
Un Partito che non illuda i Cittadini, che non crei l’idea di Diritti scontati o non richiedano risorse, ma che ponga le basi economiche affinché questi Diritti non possano essere messi in discussione e al contrario estensi con uno stato sociale più vicino al Cittadino.
Non credo ai populismi e nemmeno alla protesta perenne.
Non voglio un Partito di lotta, ma uno di Governo che non si appiattisca sulle posizioni del sindacato di riferimento, ma che tenti di elaborare un’idea nuova e percorribile di Paese, che crei una Speranza nel Futuro, che non difenda lo status quo e che non abbia bisogno del Governo Monti per ricordarsi che esistono anche i Giovani e i Precari.

Perché vorrei un Partito e una linea politica coraggiosa, che non si nasconda dietro a alibi o distorte ideologie, che non difenda rendite di posizione anche a livello locale, ma sappia con pragmatismo incidere sui problemi e spingere all’innovazione.
Sono strategici anche per la nostra Città lo sviluppo della Green Economy e il Piano Smart City?
Come vediamo Genova tra 10 anni?
Che indirizzo vogliamo dare alla Città Metropolitana e la consideriamo un’occasione per risistemare ciò che non funziona nella macchina comunale?
Domande che ho fatto a qualche sostenitore di Bersani, ma le cui risposte mi hanno dato modo di intendere che non siano temi prioritari…

Vendola parla di rivoluzione, ma si scorda che la Sinistra italiana negli ultimi vent’anni è stata più conservatrice della Destra.
L’unica rivoluzione possibile è quella dell’innovazione, delle nuove ricette finora inesplorate e provenienti anche dalla Società Civile, non quella dell’odio sociale e dell’invidia della ricchezza altrui, non quella di chi pensa che anche i commercianti debbano piangere.
Tutti debbono pagare le tasse e proporzionalmente alla loro ricchezza né più né meno.
I piccoli imprenditori non sono degli untori, non portano la peste, ma concorrono a produrre posti di lavoro.

Perché amo la libera iniziativa e stimo chi ha il coraggio di rischiare ogni giorno facendo impresa insieme ai suoi operai.

Perché credo in un’idea di Paese Social-democratico, dove il merito e l’istruzione sono due capisaldi.

Perché Renzi ha il merito di aver posto il tema del rinnovamento anche per il solo fatto di essersi presentato.

Perché il modello di rinnovamento del PD Voltrese è quello che Renzi propone.
Credo sia un’esperienza da portare avanti a tutti i livelli e soprattutto non sia un’esperienza ancora conclusa.
Il rinnovamento non è solo un fatto generazionale, ma un modo di concepire l’azione politica.
Un modello per il quale i più esperti e rodati non sono messi alla porta, ma lasciano la prima linea nelle Istituzioni a chi ha idee nuove ed entusiasmo, sostenendoli in corso d’opera.
Un sistema che contempla il confronto tra chi vuole portare avanti l’innovazione e chi può dispensare consigli su come farlo al meglio stando alle spalle nel Partito.
La rottamazione è una brutale semplificazione che non dà la giusta importanza all’Esperienza e non è quello che Renzi sostiene.
Cerco di portare avanti questi concetti nella mia azione politica confrontandomi con ex Assessori, ex Consiglieri, anche con i militanti più esperti del Circolo di Fabbriche e non solo, ed è per questo che mi riconosco in questa candidatura.

Stimo Bersani a cui riconosco la capacità e il coraggio di essersi messo in discussione come avvenuto in occasione della modifica dello Statuto.
Riconosco il merito di aver saputo serrare le fila in un PD con la cattiva abitudine di logorare le leadership, ma soprattutto il coraggio di non candidarsi alla guida del Paese all’indomani della caduta del Governo Berlusconi dimostrando di essere una persona responsabile e lungimirante.
Ho apprezzato inoltre il lavoro che ha svolto da Ministro ispirato al più limpido sentimento democratico, vale a dire la tutela dei Consumatori.
Detto ciò, non credo che un solo uomo illuminato possa “convertire” alcune delle personalità influenti che lo sostengono e portare avanti contro tutti questi concetti innovativi.
Il punto è tutto politico e non riguarda singole persone quanto piuttosto la visione del futuro.
Non sono infatti d’accordo con molti Bersaniani quando propinano ricette fuori dalla Storia, fuori dall’oggettività della condizione del Paese, quando si vendono sogni irrealizzabili e utopistici, forse più consolatori, ma meno utili a sviluppare una presa di coscienza dei problemi, indispensabile se si vuole risolverli.

Matteo Pastorino

2 commenti:

Francesco ha detto...

Bravo Matteo, sia tu che l'altro :)

Anonimo ha detto...

caro matteo,
questa tua uscita è molto importante perché per chi segue discretamente la politica locale sembra che ci siano sempre le solite persone che appoggiano sempre i soliti nomi. con tutto rispetto per bersani che è un'ottima persona.
sarebbe stata una delusione vedere che la voglia di rinnovamento che te e gli altri ragazzi del pd locale state portando avanti, si fosse fermata ai marciapiedi del municipio.
continuate così!

stefano