mercoledì 17 dicembre 2008

Storia di una ranocchia

Questa storiella l’ho trovata nelle posta elettronica del pdvalcerusa, spedita da un conosciuto e valido attivista, già dell’Ulivo (Matteo V.), che voglio ringraziare per le sempre attente riflessioni che ho il piacere di leggere.
La storiella mi è piaciuta a tal punto che ho voluto pubblicarla sul blog, spero che piaccia anche ai lettori del sito e che realmente possa aiutare a riflettere.
Per me è stato un vero motivo di consolazione sapere che il bruciore che sento è dovuto “solamente” ad acqua calda!

Storia di una ranocchia
da leggere e meditare: è crudelmente vera …

Dall’allegoria della Caverna di Platone a Matrix, passando per le favole di La Fontaine,
il linguaggio simbolico è un mezzo privilegiato per indurre alla riflessione e trasmettere delle idee. Olivier Clerc, scrittore e filosofo, in questo suo breve racconto, attraverso la metafora, mette in evidenza le funeste conseguenze della non coscienza del cambiamento, che infetta la nostra salute, le nostre relazioni, l’evoluzione sociale e l’ambiente. Un condensato di vita e di saggezza che ciascuno potrà piantare nel proprio giardino per goderne i frutti.

La ranocchia che non sapeva di essere cotta …

Immaginate una pentola piena d’acqua fredda in cui nuota tranquillamente una piccola ranocchia. Un piccolo fuoco è acceso sotto la pentola e l’acqua si riscalda molto lentamente.
L’acqua piano piano diventa tiepida e la ranocchia, trovando ciò piuttosto gradevole, continua a nuotare

La temperatura dell’acqua continua a salire

Ora l’acqua è calda, più di quanto la ranocchia possa apprezzare, si sente un po’ affaticata, ma ciò nonostante non si spaventa. Ora l’acqua è veramente calda e la ranocchia comincia a trovare ciò sgradevole, ma è molto indebolita, allora sopporta e non fa nulla.

La temperatura continua a salire, fino a quando la ranocchia finisce semplicemente per cuocere e morire.

Se la stessa ranocchia fosse stata buttata direttamente nell’acqua a 50 gradi, con un colpo di zampe sarebbe immediatamente saltata fuori dalla pentola. Ciò dimostra che, quando un cambiamento avviene in un modo sufficientemente lento, sfugge alla coscienza e non suscita nella maggior parte dei casi alcuna reazione, alcuna opposizione, alcuna rivolta.
Se guardiamo ciò che succede nella nostra società da qualche decennio possiamo vedere che stiamo subendo una lenta deriva alla quale ci stiamo abituando.

Una quantità di cose che avrebbero fatto inorridire 20, 30 o 40 anni fa, sono state poco a poco banalizzate e oggi disturbano appena o lasciano addirittura completamente indifferente la maggior parte delle persone. Nel nome del progresso, della scienza e del profitto si effettuano continui attacchi alle libertà individuali, alla dignità, all’integrità della natura, alla bellezza e alla gioia di vivere, lentamente ma inesorabilmente, con la costante complicità delle vittime, inconsapevoli o ormai incapaci di difendersi.

Le nere previsioni per il nostro futuro, invece di suscitare reazioni e misure preventive, non fanno altro che preparare psicologicamente la gente ad accettare delle condizioni di vita decadenti, anzi drammatiche.
Il martellamento continuo di informazioni da parte dei media satura i cervelli che non sono più in grado di distinguere le cose ...

Quando ho parlato di queste cose per la prima volta, era per un domani
Ora è per oggi !!!

Coscienza o cottura, bisogna scegliere !
Allora se non siete, come la ranocchia, già mezzi cotti, date un salutare colpo di zampe, prima che sia troppo tardi
.

SIAMO GIA’ MEZZI COTTI ? O NO ?

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