domenica 22 maggio 2011


Alle iscritte e agli iscritti del PD della Liguria
Genova, 20 maggio 2011

Care democratiche, cari democratici,

dal Nord soffia il vento del cambiamento.

Il successo di Fassino a Torino, la vittoria a Bologna e soprattutto Pisapia in testa verso il ballottaggio di Milano. Queste sono le cifre del nostro successo e della sconfitta del berlusconismo esasperato ed estremista.
Anche in Liguria abbiamo fatto bene. Con il grande successo di Savona, conquistata, nonostante le difficoltà, perché abbiamo ben governato e continueremo a farlo. Pd vittorioso anche a Cogoleto, dove pure il centrosinistra si presentava diviso; e poi le straripanti vittorie di Bogliasco e Santo Stefano di Magra; vittorie anche a Spotorno e ad Alassio, incredibilmente strappata al centrodestra; e tanti piccoli e medi comuni, dove il centrosinistra si è confermato forza di governo.
Adesso che la campagna per le amministrative si è per noi positivamente conclusa e mentre aspettiamo l’esito dei ballottaggi (invitiamo i nostri amici milanesi a mobilitarsi per Pisapia!), dobbiamo guardare oltre. Abbiamo un altro appuntamento fondamentale verso cui concentrarci: il referendum del 12 e 13 giugno.
Berlusconi vuole trasformarlo in un secondo plebiscito sulla sua persona. Il primo – le amministrative - gli sono andate male. Noi dobbiamo impegnarci con entusiasmo e convinzioneper sconfiggerlo un’altra volta, sostenendo la vittoria dei SÌ ai 4 quesiti.
Informiamo i nostri concittadini sull’importanza della consultazione, spingiamoli a votare e a votare SÌ, ricordando loro che votiamo SÌ per dire NO.
- Votiamo SÌ per dire NO alla privatizzazione dell’acqua voluta dal Governo;
- Votiamo SÌ per dire NO al nucleare, un insensato piano, obsoleto ancor prima di essere approvato;
- Votiamo SÌ per dire NO al legittimo impedimento, che rende un uomo diverso dagli altri di fronte alla legge;
Nelle prossime settimana tutto il Partito, in tutta Italia, sarà mobilitato, nelle strade e nelle piazze, per far conoscere i temi del referendum e sostenere le ragioni del SÌ.
Anche in Liguria ci saremo. La Direzione regionale ha assunto già da tempo una posizione ufficiale attraverso un documento, che vi allego. È già disponibile il materiale di propaganda.
Ognuno di noi deve convincere tanti altri a recarsi alle urne.
Diamoci da fare!
Direzione regionale


4 SÌ PER DIRE NO

Alla privatizzazione dell’acqua, al legittimo impedimento, al nucleare
IL PD DELLA LIGURIA SUI REFERENDUM DEL 12 E 13 GIUGNO 2011
Il 12 e 13 giugno prossimi gli italiani saranno chiamati ad esprimersi con un referendum su tre questioni molto importanti: l’acqua, il legittimo impedimento e l’energia nucleare, tema quest’ultimo che potrebbe essere escluso dalla consultazione referendaria dal recente voltafaccia del Governo, che ha completamente sconfessato il proprio indirizzo consolidato da anni e da sempre avversato dal PD, che, con questa abrogazione, può vantare una significativa vittoria politica.
Il Partito Democratico non ha promosso referendum, perché ritiene fondamentale ed urgente una profonda revisione di questo istituto, per restituirgli quell’efficacia come strumento di democrazia diretta rispetto alle grandi scelte del Paese che ebbe alle origini. Anche per un suo uso improprio, lo strumento referendario è infatti stato logorato negli anni dal mancato raggiungimento del quorum, che si conferma da 16 anni e per 24 quesiti.
Consapevole di questo grave indebolimento, il PD ha proposto una revisione profonda del referendum nel documento approvato dall’Assemblea Nazionale di Roma il 20 maggio 2010, i cui punti cardine sono: l’aumento del numero di firme necessarie per promuoverlo; l’anticipazione del giudizio della Corte Costituzionale sull’ammissibilità dei quesiti, per evitare la raccolta di firme per referendum poi non ammessi; l’abbassamento del quorum richiesto per la validità della consultazione, riferendolo alla partecipazione al voto registrata nelle precedenti elezioni per la Camera dei deputati.
Ciò nonostante l’attuale campagna referendaria costituisce un'occasione di dibattito diffuso su temi molto sentiti dalla pubblica opinione e in particolare dagli elettori del centrosinistra e del Partito Democratico.
Per queste ragioni il Partito si sta impegnando nella campagna per votare SÌ a tutti i quesiti.
Anche il PD della Liguria vuole contribuire a questo sforzo comune per sostenere il SÌ ai referendum. Lo farà a tutti i livelli e con tutti gli strumenti di cui dispone. Lo farà per le ragioni che sono presentate nelle tre brevi schede che seguono.
ACQUA PUBBLICA
Il Partito Democratico ha condotto una dura opposizione al disegno di privatizzazione forzata della gestione dell’acqua imposto dal governo Berlusconi, approvato a colpi di fiducia con la falsa motivazione di rispondere a un obbligo comunitario in realtà inesistente.
Le norme fatte approvare dal governo Berlusconi espropriano gli enti locali della loro autonomia e responsabilità e li espongono al rischio di soccombere alla forza di monopoli privati in mano a poche grandi aziende, spesso del tutto estranee ai contesti territoriali in cui viene svolto il servizio.
La privatizzazione forzata imposta dal governo è un disegno da contrastare con grande determinazione e anche lo strumento referendario, ancorché non risolutivo per la sua natura abrogativa, costituisce un’importante occasione per bloccare questa impostazione e per favorire un processo di riforma complessiva del settore in grado di realizzare gli obiettivi irrinunciabili della tutela dell’acqua come bene comune, dell’accessibilità per tutti, dell’equità delle tariffe, della qualità ed efficienza del servizio,
dell’uso razionale delle risorse idriche e di una loro gestione sostenibile, eliminando dispersioni, sprechi e usi inappropriati.
Per questo il Partito Democratico ha presentato una propria proposta di legge, assumendo come principi: la natura di bene pubblico della risorsa acqua e quindi la proprietà demaniale della risorsa e delle infrastrutture; la gestione industriale del servizio idrico integrato; la necessità di una forte regolazione e controllo pubblico sulle gestioni attraverso l’istituzione di un’autorità nazionale indipendente di regolazione; il ruolo fondamentale delle Regioni e degli Enti locali nelle scelte di affidamento del servizio idrico integrato nel pieno rispetto dei principi generali, degli standard di qualità, dei livelli minimi essenziali fissati a tutela dell’interesse pubblico e dei diritti dei cittadini; la natura della tariffa come corrispettivo del servizio idrico integrato da modulare con una tariffa sociale e con una tariffa che incentivi il risparmio idrico; la necessità di vincoli chiari alla realizzazione degli investimenti necessari per il miglioramento del servizio, con un impegno al riequilibrio territoriale per garantire lo stesso livello di servizio in ogni area del Paese.
Il Partito Democratico è pertanto impegnato a sostenere la partecipazione alla consultazione referendaria invitando a votare SÌ ai due quesiti sull’acqua pubblica, con l’obiettivo di fermare la privatizzazione forzata imposta dal governo e rilanciare la battaglia per una riforma organica del settore idrico, che abbia al centro i principi ispiratori della proposta di legge presentata dal Partito Democratico.
LEGITTIMO IMPEDIMENTO
La legge sul legittimo impedimento rappresenta l’ennesima legge cucita su misura del premier dagli onorevoli avvocati che lo difendono nelle aule di tribunale al mattino e in quelle parlamentari al pomeriggio. È l’ottavo caso di legge ad personam con effetti diretti sui procedimenti penali a carico del
premier. A questi sono ora da aggiungere il processo breve e la prescrizione breve, due norme ad personam confluite nel testo di un’unica legge. 10 norme-fotografia in 10 anni. Il referendum offre la possibilità di abrogarne una, mentre altre sono state dichiarate illegittime, in tutto o in parte, dalla Corte
Costituzionale, segno del vigore degli anticorpi presenti nell’ordinamento nel contrastare la deriva
democratica in atto.
Il legittimo impedimento rappresenta uno degli esempi più limpidi di leggi ad personam e costituisce:
una lacerazione dell'equilibrio costituzionale tra i poteri;
una rottura del principio di uguaglianza tra i cittadini di fronte alla legge (con questa legge la legge
non è uguale per tutti!)
La Corte Costituzionale, con la Sentenza 25 gennaio 2011, n. 23, ha riconosciuto la parziale illegittimità costituzionale della legge sulla base di principi più volte enunciati dai parlamentari del PD nel corso del dibattito parlamentare per l'approvazione della legge. L’approvazione del referendum spazzerà via del tutto questa legge che pone un uomo al di sopra degli altri.
La posizione del PD non nasce da un approccio ideologico alle questioni giustizia, ma da motivazioni concrete e razionali, coerenti con l'impegno e l'attività del Partito per l'elaborazione di un progetto di ampio respiro per la riforma della giustizia, che affronti sia le questioni di attualità che investono la giustizia penale, sia le vere e laceranti emergenze che riguardano soprattutto la giustizia civile.
Per queste ragioni votare SÌ al referendum significa esprimersi a favore dell’uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge e contro ogni legge ad personam.
NUCLEARE
Al “netto” dell’ignobile teatrino messo in campo da questo Governo per eludere il referendum sul nucleare, il Partito Democratico si è sempre chiaramente espresso in maniera contraria al piano sul nucleare del governo Berlusconi.
In prima battuta abbiamo chiaramente manifestato la nostra totale perplessità rispetto al ricorso ad una tale fonte di energia nella totale assenza di un Piano energetico nazionale, in cui i temi della produzione e dei consumi energetici siano esaminati (prima) e orientati (poi) in un quadro strategico complessivo.
Nello specifico crediamo invece che quanto proposto dal Governo in materia di nucleare si basi su una
tecnologia vecchia e presupponga tempi lunghissimi di realizzazione degli impianti, che sarebbero inaugurati già obsoleti; il tutto in assenza di un piano puntuale di gestione delle scorie radioattive, comprese quelle già esistenti nelle centrali non ancora smantellate.
Un ritorno al nucleare con queste modalità è una scelta sbagliata anche dal punto di vista industriale (inteso come ipotetica opportunità per il sistema-Paese), che non ha né ha mai avuto il consenso dei cittadini. Dicendo no ad un piano nucleare non più al passo con i tempi il PD non intende tuttavia uscire dalla ricerca in campo nucleare, perché sviluppo scientifico e innovazione sono sempre fattori di sviluppo e crescita per il Paese.
Altri Paesi, che in passato hanno scommesso pesantemente sul nucleare, stanno peraltro ripensando profondamente l’approccio alla tematica energetica in generale e a questa tecnologia in particolare, certamente alla luce della tragedia del Giappone, ma soprattutto in relazione alle opportunità – forse maggiori – che efficaci politiche di stimolo all’efficienza energetica e alla produzione da fonti rinnovabili possono innescare.

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