venerdì 18 febbraio 2011

Democrazia

Ci sono grandi cambiamenti nel mondo. Intere popolazioni, oppresse da vecchi e nuovi tiranni, scendono nelle piazze delle più importanti città e sfidano, anche con la vita, i vari regimi. Alcuni di questi moderni imperatori, dopo una resistenza dettata più per prendere tempo per poter raccimolare le varie fortune accumulate in vari anni, scappano in posti più o meno sicuri. Altri non ne vogliono proprio sapere di abbandonare il potere e a costo di aumentare l'odio nei loro confronti ordinano alle forze dell'ordine e all'esercito di reprimere il più possibile la sommossa popolare e nonostante questo, nonostante il pericolo di essere rinchiusi in carceri ed essere trattati da bestie, nonostante il pericolo di ricevere una pallottola in fronte, sono migliaia le persone che si riversano nelle strade per giorni e giorni chiedendo una cosa sola: democrazia.
Il 13 febbraio scorso ero in piazza, invitato alla manifestazione delle donne a Genova. C'è chi dice che eravamo in 50.000, io dico che eravamo tantissimi ed era bellissimo. Si chiedeva di rimettere ordine ai ruoli della donna, di ripristinare un diritto sacrosanto che è quello che ognuna di loro deve avere le stesse possibilità di lavoro, studio, carriera indipendentemente dalle misure del corpo. Ed io, con la mia presenza, rivendicavo la dignità di essere uomo che non considera l'altro sesso come una merce, come una "cosa" da sfruttare. E mentre ero lì a gridare la mia rabbia pensavo alla possibilità di una manifestazione permanente contro questo regime.
Non so se questo si verificherà mai e la mia perplessità è dovuta al fatto che in Italia, malgrado tutto, si sta ancora troppo bene. E oltre a questo c'è troppo disinteresse e troppo egoismo da parte di tutti. La popolazione che realmente soffre ha i numeri molto risicati e non fa notizia. Siamo troppo distratti da specchietti per allodole. Nonostante l'economia non decolli abbiamo le case piene di oggetti tecnologici dell'ultima generazione, macchine di cilindrate esagerate. Al congresso per capire la situazione dei precari nel mondo del lavoro preferiamo correre a casa per assistere alla puntata del grande fratello, lì i giovani che possono andare a quel reality sono molto pochi ma se ci riescono.... sai che botto!
Siamo un paese drogato, i bombardamenti mediatici ci hanno fatto perdere il senso delle cose, e non solo verso i prodotti in vendita, gli usi e i costumi, il modo di essere. C'è chi ha il potere di raccontarci qualsiasi cosa pur di difendere il proprio interesse, c'è chi ci vuol farci indossare i "pantaloni dalla testa" piuttosto che ammettere di aver sbagliato. Ma, ho sempre detto, non mi fa paura chi dice che gli italiani sono tutti comunisti, i magistrati un cancro, che il tricolore lo uso come carta igienica... mi fa paura chi crede a queste cose, mi fanno paura quei milioni di italiani che con il loro voto hanno premiato chi sostiene queste cose, che con il loro voto hanno mandato a capo del Governo un imprenditore che oltre a salvaguardare i propri interessi non sa fare altro e che ha drogato (ecco di nuovo questa parola) chi lo sostiene a spada tratta.
E permettetemi di aggiungere: con il beneplacito di altri grandi potenti del mondo. Come succede ora. L'America, questo arbitro molto parziale, che oggi sostiene le sommosse iraniane, che ieri sosteneva i Mubarak, che ieri l'altro per paura del comunismo ha sostenuto l'avvento del berlusconismo, condiziona le politiche e le strategie del mondo intero e questo a mio misero parere non è assolutamente giusto. Nonostante oggi ci sia un presidente degli Stati Uniti che mi appassiona credo che gli unici che possano decidere sulle sorti del nostro Paese siamo soltanto noi con l'unico modo più democratico possibile per mandare a casa il "nostro" imperatore. il voto. oggi non bisogna avere perplessità. Una grande coalizione costituente, tutti insieme gli oppositori al centro destra. Un presidente del consiglio "laico", sganciato dai partiti. Un tempo necessariamente utile per fare le riforme essenziali, prima fra tutte la legge elettorale e poi... liberi tutti, cittadini di nuovo alle urne e chi vincerà governerà.

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