giovedì 11 giugno 2009

Tempo di referendum

Neanche il tempo di ristabilirci da una tornata elettorale con grandi discussioni sull'astensionismo degli italiani siamo di nuovo chiamati alle urne (il 21 - 22 giugno prossimi) per rispondere ai tre quesiti del referendum sulla legge elettorale.

A parte l'ulteriore considerazione dei vari milioni di euro di spesa per organizzare il tutto visto che riunire le votazioni in una sola giornata non è stato possibile (forse avevano ragione se non altro per i tempi biblici che si sarebbero verificati per lo spoglio in alcune realtà dove si votava per le elezioni europee, per le province, per i comuni), sicuramente un altro colpo alla percentuale dei votanti verrà assestato e non solo per gli ormai habitué del non voto ma, soprattutto, per chi segue le direttive di alcuni partiti. Ed è proprio questo che non riesco a capire. Ma come io sono del partito che ha discusso, litigato in Parlamento, votato con convinzione la legge e poi dico ai miei elettori di non andare a votare o di non ritirare la scheda elettorale?


Ma se sono d'accordo con la legge allora perchè non la sostengo, non faccio la battaglia politica per confermarla? naturalmente vale anche per il contrario: non mi piace? è sbagliata e voglio cambiarla? vado e voto per cambiarla, per abolirla. Cioè in parole povere a volte da questi che si litigano, che mangiano mortadelle e sventolano cappi, da chi scende dagli scranni e corre per colpire quello che gli sta di fronte, a volte dicevo, mi sento preso per il naso (e uso un termine educato).


Già in pochi sanno di cosa tratta questo referendum. tra l'altro, da quanto ho capito io, non si tratta di abolire una legge ma di modificare degli articoli e, notate bene, molto probabilmente sulla scheda elettorale ci saranno soltanto le righe scritte che si vogliono riscrivere in un contesto di pagine e pagine di una legge che anche chi l'ha ideata l'ha definita una porcata.


Strana nazione l'Italia e strana cosa la politica. Anche perchè questo referendum sarà uno dei tanti che sono stati fatti fino ad oggi e non è che poi i risultati (a parte quelli che non raggiungono il quorum) sono stati rispettati. Quelli che ricordo io e che hanno dato una svolta al modo di vivere in Italia sono stati giusto quelli sul divorzio e sull'aborto.


Dopo solo grandi parole e discussioni, grandi soldi spesi a fondo perso. Troppo qualunquista?

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