martedì 16 settembre 2008

dalle tre "I" alle tre "R"

Anche a Genova sono state riaperte le scuole, centinaia di bambini hanno attraversato per la prima volta le porte di quelle che saranno per un po' di anni le mete dei giorni feriali.
Ognuno di loro ha vissuto in maniera molto personale questa esperienza inconsapevoli del loro futuro e del futuro della scuola stessa.
Sono giorni, mesi ormai, che con l'insediamento del governo Berlusconi, i ministri fanno a gara per "R"isanare, "R"iformare, "R"isparmiare. Quindi anche il Ministro della Pubblica Istruzione, la dottoressa Gelmini, dice la sua su come vorrebbe far funzionare la scuola in funzione (scusate il gioco di parole) proprio delle tre "R".
Lei, purtroppo, va a finire che ci riesce benissimo, poi per gli esborsi che le famiglie saranno costrette a fare restano esclusivamente problemi di altri (vedi caro libri, tasse scolastiche, ecc.).
Ma ritorniamo alle scuole elementari.
In un solo decreto fa un balzo all'indietro di 18 anni, visto che è dal 1990 che si è passati da un unico insegnante a tre su due classi, ritornando a metodi che gli stessi insegnanti giudicano negativi (maestro "tuttologo").
La riforma metterà in discussione migliaia di posti di lavoro, il tempo pieno (anche se la "nostra" assicura il contrario) e la stessa professionalità degli insegnanti (senza niente togliere a nessuno immaginiamo un insegnante che per 15 anni ha insegnato italiano e storia si trova a dover parlare anche di matematica e scienze).
Eppure in principio non era così.
Il piccolo-grande uomo, all'inizio della sua carriera politica, voleva una scuola con le tre "I" per rinnovarla, era un suo cavallo di battaglia, una cavalcata vittoriosa di un programma elettorale vittorioso.
Ricordiamo? "I"nformatica, "I"nglese, "I"mpresa.
Una bella svolta!! Una Nazione che non investe nella scuola sarà destinata ad avere bisogno sempre di più di immigrati e non solo per svolgere i lavori più "umili". A meno che...
A meno che anche per la scuola non si voglia che a frequentarla siano solo i figli dei "ricchi", naturalmente in strutture private, ben attrezzate, con due o più tutor che seguono tuo figlio come fossero guardie del corpo. E alla fine del percorso scolastico saranno tutti dottori e qualcuno...furbetto, chi del quartierino, chi dell'ospedalino, chi... più ne ha , più ne metta!!!
E in tutto questo che si fa? come si reagisce a queste cose che si ritengono sbagliate?
Oggi le regole sono cambiate: per organizzare uno sciopero bisogna comunicarlo con largo anticipo (un mese). La ministra sono due mesi che ce lo trita con questa riforma, e alla fine le proteste, le lenzuola bianche, le braccia listate a lutto sembrano iniziative personali tra i dipendenti della scuola. Sciopero no? non si poteva dire che la scuola, il primo giorno, sarebbe rimasta chiusa?, non ci sarebbe stata lezione! naturalmente a livello nazionale e con l'appoggio dei Sindacati!!!
Solidarietà con gli operatori della scuola, con le famiglie, con i piccoli alunni.

1 commento:

Blog su blogger di Tescaro ha detto...

Ci risiamo... è sempre la stessa storia... SCUOLA=BUSINESS, LIBRI=BUSINESS, METODO DI INSEGNAMENTO ARRETRATO=BUSINESS

è facile predicare il bene e razzolare il male...

Ma l'opposizione che fine ha fatto? Esiste ancora?