sabato 1 maggio 2010

La grande domanda

Nella mia casella di posta elettronica è arrivata questa mail. Letta, piaciuta e spero di non
offendere nessuno se mi permetto di pubblicarla.
LA GRANDE DOMANDA:
Se eri un bambino negli anni ‘50, ‘60 '70,
COME HAI FATTO A SOPRAVVIVERE ?
Da bambini andavamo in auto che non avevano cinture di sicurezza né airbag...
Viaggiare nella parte posteriore di un furgone aperto era una passeggiata speciale e ancora ne serbiamo il ricordo.
Le nostre culle erano dipinte con colori vivacissimi, con vernici a base di piombo.
Non avevamo chiusure di sicurezza per i bambini nelle confezioni dei medicinali, nei bagni, alle porte.
Quando andavamo in bicicletta non portavamo il casco.
Bevevamo l'acqua dal tubo del giardino invece che dalla bottiglia dell'acqua minerale...
Trascorrevamo ore ed ore costruendoci carretti a rotelle ed i fortunati che avevano strade in discesa si lanciavano e, a metà corsa, ricordavano di non avere freni. Dopo vari scontri contro i cespugli, imparammo a risolvere il problema. Sì, noi ci scontravamo con cespugli, non con auto!
Uscivamo a giocare con l'unico obbligo di rientrare prima del tramonto. Non avevamo cellulari... cosicché nessuno poteva rintracciarci. Impensabile .
La scuola durava fino alla mezza , poi andavamo a casa per il pranzo con tutta la famiglia (si, anche con il papà ).
Ci tagliavamo , ci rompevamo un osso , perdevamo un dente , e nessuno faceva una denuncia per questi incidenti. La colpa non era di nessuno, se non di noi stessi.
Mangiavamo biscotti , pane olio e sale , pane e burro , bevevamo bibite zuccherate e non avevamo mai problemi di sovrappeso, perché stavamo sempre in giro a giocare...
Condividevamo una bibita in quattro... bevendo dalla stessa bottiglia e nessuno moriva per questo.
Non avevamo Playstation, Nintendo 64, X box, Videogiochi , televisione via cavo con 99 canali , videoregistratori , dolby surround , cellulari personali , computer , chatroom su Internet ... Avevamo invece tanti AMICI.
Uscivamo, montavamo in bicicletta o camminavamo fino a casa dell'amico , suonavamo il campanello o semplicemente entravamo senza bussare e lui era lì e uscivamo a giocare.
Si! Lì fuori! Nel mondo crudele! Senza un guardiano! Come abbiamo fatto? Facevamo giochi con bastoni e palline da tennis , si formavano delle squadre per giocare una partita; non tutti venivano scelti per giocare e gli scartati dopo non andavano dallo psicologo per il trauma .
Alcuni studenti non erano brillanti come altri e quando perdevano un anno lo ripetevano. Nessuno andava dallo psicologo, dallo psicopedagogo, nessuno soffriva di dislessia né di problemi di attenzione né d’iperattività; semplicemente prendeva qualche scapaccione e ripeteva l’anno.
Avevamo libertà , fallimenti , successi , responsabilità ... e imparavamo a gestirli.
La grande domanda allora è questa: Come abbiamo fatto a sopravvivere ? ed a crescere e
diventare grandi ? .
.
Un momento di meditazione e di confronto con la realtà di oggi. Importante leggerlo ai propri figli e rileggerlo tutte le volte che ci troviamo di fronte ai problemi del giorno d'oggi (nota del blogger)

1 commento:

Anonimo ha detto...

Ciao, sono una bambina degli anni '60, ho vissuto quell'infanzia li e ne ho un ricordo bellissimo. Noi avevamo pochissimi giocattoli, ma la possibilità di fare esperienze senza la continua "supervisione" di un adulto, quindi abbiamo imparato a cavarcela da soli.
Però vorrei fare una riflessione: i bambini di oggi, quelli con la play e il nintendo, quelli sovrappeso e ipercinetici, sono i nostri figli.
i figli dei bambini degli anni 60 e 70. Allora perchè noi, che da bambini abbiamo vissuto un'infanzia così ricca ( dal punto di vista educativo ) non siamo riusciti a riproporre un modello educativo altrettanto positivo? Lo so i tempi sono cambiati e la società pure, ma un pò di responsabilità è anche nostra.
ciao Marina