Cari Silvia e Alfredo,
eccola la risposta dei giovani, o meglio “delle giovani”. Che poi, proprio in quanto giovani, e quindi dalla breve memoria storica, abbiamo chiesto aiuto a coloro che chiamiamo “i nostri maestri”, sia per farli sentire meno anziani, sia per far capire a tutti il loro valore, la loro vera importanza.
Eccoci dunque, a navigare in rete non solo alla ricerca di evasione, di siti divertenti, di scoop su blogs indiscreti, ma anche per ampliare la nostra cultura, per approfondire temi per noi importanti.
Così, grazie al buon “vecchio” Michele, anche la politica della nostra vallata entra a far parte del linguaggio multimediale.
Noi la politica nostro malgrado la “mastichiamo” fin da bambine, io ho imparato a leggere sull’Unità!! Nonostante questo, non abbiamo mai voluto intervenire in prima persona, preferendo un ascolto critico ad un mare di parole gettate al vento solo per far sentire la propria voce. Abbiamo vissuto una politica fatta col cuore, piena di ideali per noi a volte troppo alti, carica di ricordi di un passato che per fortuna non abbiamo dovuto vivere. Io poi, ho visto piangere i miei cari per la morte di un segretario di partito che sembrava come uno di famiglia, mi sono commossa anch’io ai suoi funerali. Esagerazione? No, non credo, credo invece fosse quella vera, ferma convinzione, quella carica di voglia di fare, quella fede in valori che oggi sembrano sempre più lontani. Che si trattasse di dibattiti, confronti o giorni di lavoro per la Sezione, c’era un orgoglio nei loro gesti, una forza nelle loro azioni, un animo nelle loro parole, che ti avrebbe trascinato in capo al mondo, senza sentir fatica, senza avvilirti mai.
Così siamo cresciute, ma insieme a noi sono “cresciuti” i nostri “maestri”, nonni, zii, amici di famiglia, persone che ci hanno visto nascere, che ci hanno insegnato a servire alla Lumacata, che, ognuno a suo modo, ci sono stati vicini. Con tutti noi è cresciuto anche il Partito. Il tempo ahimè passa per tutti. Così il progresso ci ha donato una vita più serena, forse sì, carica di futili problemi, ma senza più veri bisogni, quali la fame, la guerra sotto casa, le lotte per diritti che invece ora sono per fortuna inalienabili. Sicuramente il mondo non è diventato poi così migliore, ma ci sono stati dei cambiamenti importanti, questo è innegabile. Ecco perché il logo ed il nome di un partito come il PCI hanno assunto connotati anacronistici per i nostri tempi: è stato dunque inevitabile lasciare che crescesse anche il Partito, che l’Italia di questa nuova epoca storica, con tutti i suoi pro ed i suoi contro, potesse rispecchiarsi in un nuovo concetto di Comunismo, che non rinnegava il suo passato, anzi, ne riconosceva demeriti e meriti, con l’intento di ripartire proprio da questi ultimi per crescere con il Paese.
Un grande merito del Comunismo è stato quello di riuscire a metabolizzare i suoi errori, senza rinnegarli né considerarli inesistenti; senza far finta di niente, senza dire: non siamo stati noi. Con coraggio ed orgoglio si è riusciti a far evolvere un’ideologia politica dai forti connotati, senza dissiparne le fondamenta, ma seguendo il lento e progressivo cambiamento naturale della vita sociale di un mondo in eterna evoluzione.
Infatti, con l’affacciarsi del terzo millennio, con nuove forze politiche in campo, con un mondo che fatica a volte a tenere il passo con i cambiamenti che esso stesso genera, il PdS ( così come altri schieramenti) ha voluto e dovuto cambiare nuovamente la sua connotazione.
Discutibili o meno, i cambiamenti fanno parte della vita, politica e non, di una popolazione.
L’Italia ora più che mai ha bisogno di essere guidata verso una rinascita. Sono necessari dei sacrifici, che purtroppo ormai nessuno di noi sembra esser disposto ad accettare. Il benessere ha creato un senso di onnipotenza, un desiderio continuo di possesso, di ricchezza personale, il cui inevitabile risvolto è la perdita del senso di fratellanza, di popolo unito per la nazione. Ognuno per se dunque? No Signori, non è così che deve essere. Ci vuole qualcosa che risvegli in noi la volontà di unirci per uno scopo importante, qualcuno che ci traghetti verso questo nuovo concetto: che un’Italia che “sta bene” permette al suo popolo di “stare bene”. Noi crediamo che questa guida possa essere solo il P.D., un partito giovane, che non ha mai dimenticato il sentimento di unione che ha sempre legato i compagni, con un leader che sappia parlare al Paese con sincerità, senza le false illusioni tipiche di chi invece di far politica fa spettacolo (come nelle sue reti televisive). Un leader che sia in grado però di far capire alla gente che i sacrifici non sono eterni, ma che soprattutto daranno i loro frutti, belli e maturi per tutti, se tutti saremo in grado di contribuire.
Con questi obiettivi è normale che qualcosa all’interno dell’ideologia “comunista” debba forzatamente cambiare, non per rinnegarsi, ma per poter essere di vero sostegno ad una nazione che non vive più i problemi del secolo scorso, ma che è costretta a raffrontarsi con nuovi ostacoli alla sua evoluzione.
Questo è il pensiero di due giovani del partito, il pensiero di chi fiabescamente spera in un mondo sempre migliore per sé e per i propri figli. Ci vuole impegno, forza di volontà e quella stessa forza d’animo che tanti anni fa vedevamo negli occhi e dei nostri nonni, e che ancora brilla nei cuori dei nostri “maestri”.
Carolina e Cristina Bruno
1 commento:
Ma che meraviglia sentir parlare di ideali e di politica alta!
Vorrei che le vostre parole fossero lette da tutti quei politici litigiosi che ci rappresentano.( o no?)
Posso mandare voi in Parlamento?
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