sabato 17 novembre 2007

a proposito di

Ancora una volta leggo nei nuovi volantini affissi dai Comitati contro la gronda una parola che mi lascia con molto amaro in bocca. Senza entrare nel merito della validità o meno dell'opera che si vuole costruire e delle proteste ad essa legate(per questo avremo tempo e modo di confrontare tutte le posizioni in seguito) quello che mi fa star male è questa: "deportazione" usata per rendere certamente l'idea di quello che potrebbe succedere nel caso alcuni pilastri o tracciati della gronda vengano posizionati in mezzo alle abitazioni ma che offende, a mio modo di vedere, chi deportato lo è stato per davvero e per altri motivi. Dico questo perché mi sono informato del vero significato di quella parola e questi sono i risultati:

trasferimento di un condannato lontano dal luogo di origine, spec. in un penitenziario o in un campo di prigionia: colonie di d. durante la seconda guerra mondiale: trasferimento dei prigionieri nei campi di concentramento: la d. degli ebrei [quadro 33] (tratto da vocabolario de mauro.it)

condanna a vivere lontano dal proprio paese e a essere privo di tutti i diritti civili e politicitraduzione di persone condannate a tale pena o di prigionieri di guerra verso terre straniere e lontane. (tratto da sapere.it)

Credo che di fronte a queste cose bisogna avere più rispetto per quello che ha significato un periodo certamente buio e non paragonabile ad un evento malgrado tutto che è specchio di una modernità anche da noi creata.
Inoltre siamo cosi' sicuri che tutti i cittadini interessati ad eventuali spostamenti, in case nuove e meglio collocate, siano contrari? Dire di no è sempre facile,ma in questo modo i gravi problemi di traffico che congestionano la direttrice Ventimiglia-Genova non si risolveranno mai.
Vigiliamo,piuttosto,affinchè il tracciato sia il meno impattante possibile da un punto di vista ambientale e sociale anche di fronte ad un aumento dei costi: saranno poi le istituzioni, da tutti noi elette, a valutarne la convenienza.

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