mercoledì 30 giugno 2010

Senza parole

VIOLENZA SESSUALE "LIEVE" AI MINORI: ECCO I NOMI DEI SENATORI!
Si erano inventati un emendamento proprio carino.

Zitti zitti, nel disegno di legge sulle intercettazioni avevano infilato l'emendamento 1.707, quello che introduceva il termine di "Violenza sessuale di lieve entità" nei confronti di minori.

Firmatari, alcuni senatori di PdL e Lega che proponevano l'abolizione dell'obbligo di arresto in flagranza nei casi di violenza sessuale nei confronti di minori, se - appunto - di "minore entità".

Senza peraltro specificare come si svolgesse, in pratica, una violenza sessuale "di lieve entità" nei confronti di un bambino.

Dopo la denuncia del Partito Democratico,nel Centrodestra c'è stato il fuggi-fuggi, il "ma non lo sapevo", il "non avevo capito", il "non pensavo che fosse proprio così" uniti all'inevitabile berlusconiano "ci avete frainteso".

Poi, finalmente, un deputato del PD ha scoperto i firmatari dell'emendamento 1707.

Annotateli bene:

sen. Maurizio Gasparri (Pdl),
sen. Federico Bricolo (Lega Nord Padania),
sen. Gaetano Quagliariello (Pdl),
sen. Roberto Centaro (Pdl),
sen. Filippo Berselli (Pdl),
sen. Sandro Mazzatorta (Lega Nord Padania)
e il sen. Sergio Divina (Lega Nord Padania).

Per la cronaca, il sen. Bricolo era colui che proponeva il "carcere per chi rimuove un crocifisso da un edificio pubblico" (ma non per chi molesta una bambina o un bambino);

il sen. Berselli è colui che ha dichiarato "di essere stato iniziato al sesso da una prostituta" (e da qui si capisce molto...);

il sen. Mazzatorta ha cercato di introdurre nel nostro ordinamento vari "emendamenti per impedire i matrimoni misti";

mentre il sen Divina è divenuto celebre per aver pubblicamente detto che "i trentini sono come cani ringhiosi e che capiscono solo la logica del bastone" (citazione di una frase di Mussolini).

Complimenti a questi paladini dell'etica e a chi li ha votati.
Considerando - tuttavia - che chi li ha votati non li ha scelti, poiché la nostra legge elettorale non ci consente di scegliere le persone ma solo i partiti che poi usano i nostri voti a loro discrezione. Ognuno ne tragga le proprie conclusioni la prossima volta che si troverà in cabina elettorale

martedì 22 giugno 2010

Oggi tocca a Pomigliano

Oggi a Pomigliano si vota per approvare o meno la linea che la Fiat intende adottare per continuare a produrre macchine in quel territorio. Lo scontro è aspro, i sindacati sono divisi o per meglio dire sono tutti contro la FIOM che non ci sta a cedere al ricatto dell'amministratore delegato. Il concetto è semplice: ci saranno delle regole che faranno scomparire alcuni diritti degli operai conquistati con lotte e sacrifici. Nello stesso tempo criticare chi accetta senza esitazione questo stato di cose diventa difficile. Avere un lavoro oggi è troppo importante e chi rischia di perderlo si aggrappa a tutto anche a scendere a compromessi. Si è tanto decantata la globalizzazione, che sarebbe servita per aiutare i paesi sottosviluppati portando benessere e giustizia sociale. Si sta rivelando un boomerang, la globalizzazione servirà a far scomparire aree privilegiate, ci sarà un appiattimento verso il basso con i rischi che ne conseguono. L'operaio sarà sempre più sfruttato, sempre più solo, sempre più esposto agli incidenti. L'unica cosa che sarà diversa è che il ricco sarà sempre più ricco, indipendentemente se la ditta sarà a Pomigliano o sul fiume Mekong.

lunedì 21 giugno 2010

Mi sfogo un pò

E' un di tempo che non scrivo su questo blog. Non perchè non ci siano cose da dire... anzi.
La Lumacata mi ha preso parecchio e quindi tra lavoro e Fabbriche ho trascurato queste pagine. E poi, sinceramente, a volte sono talmente tante le cose che vorrei dire che preferisco lasciare perdere. Una battaglia persa e un continuo ripetere i problemi senza per'altro vederne la soluzione. Basta fare un piccolo elenco (la solita lista nera) che va dalla manutenzione delle strade (in Valcerusa si balla e non c'è bisogno di chiamare nessuna orchestra), buchi che diventano voragini. La pulizia dell'alveo del Cerusa (la foresta nel letto del fiume) è un'utopia e intanto i rami degli alberi sono ormai sulla strada e ostruiscono la visuale. Le strade secondarie abbandonate a se stesse (naturalmente parlo delle comunali). Le fognature, arrivano lettere minacciose di collegamenti alla rete e nessuno sa come intervenire. Internet che non funziona perchè non ci sono le possibilità di sostituire una centralina. Insomma se scorriamo all'indietro queste pagine ci accorgeremo che non è cambiato niente, che tutto è come al solito. per non parlare poi di altre problematiche che coinvolgono la nostra delegazione. ospedale di Voltri, passeggiata, viabilità ecc. Ecco, questo stato di cose, mi frena un l'entusiasmo. Certo non pretendo che queste righe cambino il mondo, ma avere ogni tanto la soddisfazione di poter scrivere che una cosa è andata a posto sarebbe l'incentivo giusto per trovare spunti. L'impegno, garantisco, è sempre lo stesso, la voglia anche, l'ottimismo di vedere il bicchiere mezzo pieno, beh, quello....

giovedì 17 giugno 2010


Data 22.06.2010 Ora 20.00 Tipo Consiglio Municipale Numero: 7
Luogo Piazza Gaggero, 2 - 16158 Genova Sessione 1° Convocazione

Numero Con il seguente ORDINE DEL GIORNO

1 Comunicazioni Presidente e informativa circa attività della Giunta
(ex art.51 ter Statuto Comune di Genova)

2 Approvazione verbali discussioni del (20.05.2010 e 27.05.2010).

3 Delibera: Proposta di Giunta al Consiglio n. 8 del 01 Giugno 2010
Approvazione della programmazione relativa al piano degli investimenti in conto capitale 2010 per l'acquisto di beni durevoli (euro 25822 oneri fiscali inclusi) e per lavori di manutenzione straordinaria sul territorio del Municipio VII Genova Ponente (euro 281183,00 oneri fiscali inclusi).

4 Delibera: Schema n.25 del 01.06.2010
Espressione di parere ai sensi art. 59 sulla Proposta di Giunta al Consiglio Comunale n. 37 del 6/5/10 avente ad oggetto: “Approvazione del Regolamento per l’affidamento della gestione e della concessione in uso degli impianti sportivi di proprietà del Comune di Genova”.

5 Delibera: Schema n.28 del 08.06.2010
Espressione di parere ai sensi art. 59 sulla Proposta di Giunta al Consiglio Comunale n. 32 del 22/4/10 avente ad oggetto: “Approvazione del Regolamento per la disciplina dei criteri e delle modalità di concessione di sovvenzioni, contributi, ausili finanziari comunque denominati e per l’attribuzione di vantaggi economici di qualunque genere a persone ed Enti pubblici e privati, nonchè per la concessione del Patrocinio da parte del Comune.

6 Mozione: prot. 208634 presentata dalla Consigliera Bignone ad oggetto “Espropri legge 167”.

7 Mozione: prot. n. 213049 presentata dai Capigruppo ad oggetto : “ Provvedimento di aumento biglietto servizio Navebus AMT”.

Cordiali saluti. IL PRESIDENTE Mauro Avvenente
(originale firmato)

venerdì 11 giugno 2010

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dal 10 al 14 giugno
a Fabbriche
52^ LUMACATA
(per chi non è del posto: Fabbriche si trova a Genova nella delegazione di Voltri.)

martedì 1 giugno 2010

Cara ministro Gelmini

Una mamma italiana ha scritto alla Gelmini, mi sembra importante divulgare la sua lettera.

Gentile Ministro Gelmini,
l’altro giorno, leggendo la sua intervista sul Corriere della Sera, in cui dichiarava che l’ASTENSIONE OBBLIGATORIA DOPO IL PARTO è un privilegio, sono rimasta basita.
Che lei fosse poco ferrata sui problemi dell’educazione, non era necessaria la laurea in pedagogia, che io possiedo e lei no, o i tre corsi post laurea, che io possiedo e lei no, visto quello che sta combinando alla scuola statale.
Ma almeno speravo avesse competenze giuridiche, essendo lei avvocato ed io no.
Certo, dato che lei, ora paladina della regionalizzazione, si è abilitata in “zona franca” (quel di Reggio Calabria), perché più facile (come da lei con un’ingenuità e candore imbarazzante affermato), lo si poteva supporre.
E allora, prima le faccio una piccola lezione di diritto, e poi parliamo d’educazione.
L’astensione dopo il parto, sulla quale lei oggi con tanta leggerezza motteggia, è definita OBBLIGATORIA ed è un diritto inalienabile previsto da quelle leggi, per cui donne molto più in gamba di lei e di me, hanno combattuto strenuamente, a tutela delle lavoratrici madri.
Discorso diverso è il congedo parentale, di cui si può fruire, dopo i tre mesi di vita del bambino, per un totale di 180g, solo in parte retribuiti integralmente.
Ovviamente per persone come lei, con un reddito di oltre 150.000 euro l’anno, pari quasi a quello del governatore della California Arnold Schwarzenegger, discutere di retribuzione, in questo caso più che un privilegio, è un’eresia.
Ovviamente lei non può immaginare, perché può permettersi tate, tatine, nido “aziendale” al ministero, ma LA GENTE NORMALE, che lei dice di comprendere, ha a che fare con file d’attesa interminabili per nidi insufficienti e costi per babysitter superiori a quelli della propria retribuzione.
Voglio dirle una cosa però, consapevole che le mie affermazioni susciteranno più clamore delle sue, DA PEDAGOGISTA E DA ESPERTA, affermo che fruire dell’astensione OBBLIGATORIA oltre che un DIRITTO è anche un DOVERE, prima di tutto morale e poi anche sociale.
Come vede ho più volte sottolineato la parola OBBLIGATORIA, che già di per se dovrebbe suggerirle qualcosa.
Ma preferisco spiegarmi meglio, anche se è necessaria una piccola premessa doverosa.
Lei come tante donne, crede che l’essere madre, anche se nel suo caso da pochi giorni, le dia la competenza per parlare e pontificare su educazione e sviluppo del bambino, ai quali grandi studiosi hanno dedicato anni e anni di studio.
In realtà, per dibattere sulla pedagogia, oggi chiamata più propriamente SCIENZE DELL’EDUCAZIONE, bisogna avere competenze specifiche, che dalle sue dichiarazione lei non sembra possedere.
Le potrei parlare della teoria sull’attaccamento di Bowlby, dell’ imprinting, e di etologia, ma non voglio confonderle le idee e quindi ricorro ad esempi più accessibili.
Basta guardare il regno animale per rendersi conto come le femmine di tutte le specie non si allontanano dai cuccioli e dedicano loro attenzione massima e cura FINO ALLO SVEZZAMENTO Non è una legge specifica relativa agli umani, ma della natura tutta.
Procreare, infatti, implica delle responsabilità precise, è una scelta di vita, CHE SE CAMBIA IL COMPORTAMENTO ANIMALE, A MAGGIOR RAGIONE CAMBIA LA VITA DI UNA DONNA.
Sbaglia chi crede che l’arrivo di un figlio, non comporti cambiamenti nella propria vita.
Un bambino non chiede di nascere, fare un figlio non è un capriccio da togliersi, ma una scelta di servizio, di dono di se stessi e anche del proprio tempo.
Non sono i figli che devono inserirsi nella nostra vita, siamo noi che dobbiamo cambiarla per renderla a loro misura.
Se non facciamo questo, potremmo fare crescere bambini soli, senza autostima e con poca sicurezza di sé.
Bambini affamati di attenzioni, perché non gliene è stata data abbastanza nel momento in cui ne avevano massimo bisogno, cioè i primi mesi di vita.
L’idea che non capiscono niente, che non percepiscono la differenza ad esempio tra un seno materno e un biberon della tata, è solo nostra.
Ciò non vuol certo dire che tutti bambini allattati artificialmente o che tutti bambini con genitori che tornano subito a lavoro, saranno dei disadattati. Ma bisogna fare del nostro meglio per farli crescere bene, come quando in gravidanza assumevamo l’acido folico, per prevenire la “spina bifida”.
I bambini hanno nette percezioni, già nel grembo materno.
L’idea, che se piangono non si devono prendere in braccio “perché si abituano alle braccia”, è un luogo comune.
Le “abitudini” arrivano dopo i 6 mesi, fino ad allora è tutto amore.
Non è un caso che studi recenti, riabilitano il cosleeping, (dormire nel lettone) e i migliori pediatri sostengono la scelta dell’allattamento a richiesta.
Il volere educare i bambini inquadrandoli come soldati, già dai primi giorni di vita, non solo é antisociale, perché una generazione cresciuta senza il rispetto dei suoi ritmi di crescita può essere inevitabilmente compromessa, ma è un comportamento al di fuori delle più elementari regole umane e naturali.
Poi è anche vero che per molte donne, tornare a lavorare subito dopo il parto sia una necessità assoluta.
Ma per questo problema dovrebbe intervenire adeguatamente lo Stato e non certo con affermazioni come le sue.
Mi rendo conto che il suo lavoro le permette di lasciare la bambina, rilasciare interviste di questo tipo (di cui noi non sentivamo la necessità) e tornare con comodo da sua figlia.
Ma ci sono lavori che richiedono tempi e una fatica fisica e mentale.
che lei non conosce. Tempo che sarebbe inevitabilmente tolto ad un neonato che ha bisogno di una mamma “fresca”, che gli dedichi la massima attenzione.
Noi donne infatti, se spesso per necessità ci comportiamo come Wonder Woman, poi siamo colpite da sindrome di sovraffaticamento.
E non è vero che è importante la qualità e non la quantità:
• perché la qualità del tempo di una mamma da pochi giorni, che rientra nel tritacarne della routine quotidiana, aggiungendo il carico della gestione di un neonato, può essere compromessa.
• perché un bambino non dovrebbe scegliere tra qualità e quantità, almeno nei primi mesi, dovrebbe disporre di entrambe le cose.
Per non parlare poi del fatto, che se un genitore non può permettersi qualcuno che tenga il bambino nella propria casa, nel corso degli spostamenti, lo espone, con un bagaglio immunologico ancora carente, alle intemperie o alle inevitabili possibilità di contagio presenti in un nido.
Infatti, è scientificamente provato che i bambini, che vanno al Nido troppo presto, o che non vengono allattati al seno, sono più soggetti ad ammalarsi, con danno economico sia per le famiglie che per il sistema sanitario.
Poi per carità, si può obiettare, che ci sono bambini che si ammalano anche in casa, o come succede anche ai bambini allattati al seno, ma è come dire ad un medico, che giacché si è avuto un nonno fumatore campato 100 anni, non è vero che il fumo fa male.
Bisogna dunque incentivare i comportamenti da genitore virtuoso, anche con la consapevolezza che i bambini non sono funzioni matematiche, ma si può fare molto, per favorire una crescita armoniosa, già dalla prima infanzia, se non addirittura durante la gravidanza.
E allora le domando Ministro, di svolgere il suo ruolo importante istituzionale con maggiore serietà, cercando di evitare affermazioni fuori luogo come questa, o come quella secondo cui “studiare non è poi così importante”, prendendo Renzo Bossi come esempio. Si dovrebbe impegnare di più nell’analisi dei problemi, per evitare valutazioni errate e posizioni dannose per lei, per gli altri e per il paese.
Perché forse qualcuno potrebbe aver pensato che tutto sommato il suo era un ministero poco importante, che se guidato da un giovane ministro senza competenze specifiche, “non poteva arrecare grossi danni”, soprattutto obbedendo ciecamente ai dettami del Tesoro, ma lei con la sua presunzione di voler parlare di cose che non conosce, sta contribuendo a minare il futuro di un’intera generazione.
Un’ultima cosa, lei che di privilegi se ne intende bene, essendo un politico, la usi con maggiore pudore questa parola.

05-05-10 Rosalinda Gianguzzi